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"Thor: verso Sebastopoli (1942)"
Modello di Sante Candia, Gruppo Romano Modellisti “Il Ponentino” (Roma)
Testo e foto di Sante Candia
Introduzione Il modello della Trumpeter (#00209) è composto da circa 1400 pezzi in plastica e fotoincisione e mantiene gli standard di qualità del predecessore Leopold. Si può affermare, senza timore di smentita, che costruire il Mörser Karl-Gerät 040 on railway transport carrier corrisponde a realizzare almeno tre modelli di grandezza tradizionale. Anche lo spazio necessario per esporlo è 'fuori standard', essendo il modello finito lungo circa 86 cm. Il modello è stato costruito da scatola, e dettagliato con vari particolari aggiunti sulla base della documentazione fotografica reperita in [JEN]. In particolare, i cingoli in vinile sono stati sostituiti da quelli workable della LionMarc Designs (#AW-70005), prodotti per il modello Dragon ma che bene si adattano al modello Trumpeter.
Bibliografia [JEN] T. L. Jentz, "Bertha's Big Brother: Karl-Geraet (60cm) & (54cm)", Panzer Tracts. [PIE] J. Piekalkiewicz, "Die Deutsche Reichsbahn im Zweiten Weltkrieg", Trans Press Spezial. [TAU] G. Taube, “Deutsche Eisenbahn Geschütze”, Motor buch Verlag. [AAX] “Heavy Mortar Gerät 040”, Allied-Axis, numero 9. [MIL] “Guerre en Crimée: Prendre Sebastopol!”, Armes Militaria, Hors-Serie 51. [STA] “Un mortaio di nome Karl”, Steel Art, giugno-luglio 2003. [35TH] Sito internet "One35th" (www.one35th.com).
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Morser "Karl"
La versione semovente del mortaio da 60cm fu commissionata dall’OKH alla Rheinmetall nel giugno del 1937; il progetto di questi pezzi di artiglieria pesante fu basato sull’esperienza fatta con un’arma dello stesso tipo e sviluppata durante la Prima Guerra Mondiale. Il generale d’artiglieria Karl Becker se ne occupò direttamente e dette il nome alla serie di pezzi prodotti. Le campagne di test furono condotte nel maggio del 1940 a Unterlüss.
Il pezzo aveva un peso di circa 70 tonnellate e fu installato su uno scafo cingolato del peso di 60 tonnellate. Furono anche prodotti speciali vagoni ferroviari per il trasporto del semovente su rotaie. Laddove non fosse possibile l’utilizzo della ferrovia, il mortaio veniva scomposto e caricato su un rimorchio a 24 ruote e su tre rimorchi a 16 ruote. La consegna dei 6 mezzi ordinati ebbe luogo tra novembre 1940 ed agosto 1941. Nel febbraio 1941, si pose il problema della gittata, ritenuta non soddisfacente; ciò portò, nel maggio 1942, all’ordine di canne da 54cm per tutti i pezzi. Durante una conferenza alla presenza di Hitler, nel marzo 1943, fu stabilito che il primo 54cm Gerät 041 sarebbe stato consegnato nel giugno 1943 ed il terzo per la metà di agosto dello stesso anno. Si presume che le canne da 60cm e da 54cm siano state utilizzate a seconda delle necessità durante la vita operativa.
Trasporto su rotaie Nell'ottobre del 1939, cominciò la progettazione dei vagoni ferroviari per il trasporto del Karl. In considerazione delle dimensioni e del peso del mortaio semovente, si dovette optare per due vagoni con 5 assi ciascuno e due strutture trasversali poggiate sui rispettivi vagoni ed agganciate alla parte superiore dello scafo del Karl. I primi test furono eseguiti a Unterluess nel maggio 1940; per evitare l'esposizione della nuova arma, tali test furono condotti utilizzando carichi rappresentativi per peso e baricentro. In assenza del Karl, i due vagoni potevano essere agganciati l'uno all'altro attraverso un cilindro che normalmente era posizionato sul lato sinistro del vagone posteriore. Collocazione storica Nella primavera del 1942, Hitler decise di portare a termine la conquista della Crimea, la penisola lunga 192 km dove la Russia aveva importanti basi navali ed aree sul Mar Nero. Anche se gran parte della Crimea era già caduta in mano tedesca nelle prime fasi dell’Operazione Barbarossa, il Führer premeva perché gli ultimi bastioni sovietici venissero conquistati prima che la Wehrmacht lanciasse l’offensiva ad est, verso Stalingrado ed il Caucaso. Il compito venne affidato ai 200 mila soldati della XI Armata, comandata dal Generale Erich von Manstein. Nel 1942, molti ritenevano che Sebastopoli fosse la città con le difese più potenti del mondo. Prima di attaccare la città presidiata da oltre 100 mila uomini, Manstein decise di affrontare l’altro contingente sovietico in Crimea: tre Armate nella Penisola di Kerch all’estremità orientale della Crimea. L’Operazione "Caccia alle Otarde" durò 10 giorni e si concluse con la ritirata dei sovietici verso la costa; i tedeschi fecero 170 mila prigionieri e si impossessarono di 1133 pezzi di artiglieria. Una volta sbaragliato il nemico nella penisola di Kerch, Manstein iniziò quello che definì il compito più arduo: la conquista di Sebastopoli, la maggiore città della Crimea e più importante base navale della Flotta Sovietica del Mar Nero. Le opere difensive che avevano resistito durante il lunghissimo assedio del 1845-1855 durante la Guerra di Crimea erano state migliorate da generazioni di genieri russi. Più di 100 mila soldati e migliaia di volontari civili avevano lavorato giorno e notte per 30 settimane per rinforzare ulteriormente le difese della città, in vista dell’attacco tedesco. La XI Armata tedesca avrebbe dovuto affrontare una complessa rete difensiva. La linea più esterna era costituita da un labirinto di trincee e fortificazioni in legno protette da campi minati. Al di là di questa, si estendevano ampi bastioni in cemento collegati fra loro da un labirinto di gallerie e colline sormontate da postazioni di mortai e mitragliatrici. Il 2 giugno 1942, Manstein ordinò all’artiglieria di iniziare un bombardamento ininterrotto per cinque giorni, in modo da preparare l’attacco che avrebbe portato alla caduta di Sebastopoli. La XI Armata impiegò ogni cannone disponibile su di un fronte di oltre 35 km, lungo il quale erano appostate 208 batterie. Mai nel corso della storia della Seconda Guerra Mondiale era stato concentrato un numero simile di pezzi di artiglieria. Furono impiegati due 60cm Gerät 040, i quali spararono un totale di 197 proiettili per un totale di 492 tonnellate. Uno dei due Karl era quello contrassegnato dal numero “IV” e denominato “Thor”. Il “Thor” fu consegnato all’esercito nel periodo che va dal novembre 1940 al maggio 1941. Nel luglio 1941, fu trasferito sul fronte russo e posizionato nei pressi di Lemburg. Successivamente, nel giugno 1942, partecipò all’assedio di Sebastopoli. Nel periodo scelto per la collocazione storica, il calibro era sicuramente da 60cm (la prima canna da 54cm sarebbe stata consegnata solo nel giugno del 1943) e la colorazione era in panzer grey. |
CostruzioneVagoni Ferroviari e SupportiI due vagoni sono stati realizzati da scatola. Escludendo la normale opera di pulizia dei pezzi, non è necessario intervenire con lo stucco per rimediare ai segni degli estrattori, perché quelli che ci sono rimangono nascosti a montaggio terminato. Le ruote con i relativi assi sono state assemblate ed inserite negli appositi alloggiamenti per verificarne la compatibilità con i vagoni e con le rotaie. La costruzione dei due vagoni si e’ conclusa con il montaggio delle zone di accesso: scalette laterali, ganci, respingenti. Durante questa fase è necessario effettuare un'accurata pulizia dei pezzi D25, i quali presentano alcuni ritiri. Per il resto, si procede come indicato dalle istruzioni, prestando particolare attenzione al montaggio dei respingenti che presentano una forma diversa (uno è piatto, l'altro è leggermente bombato). La costruzione dei due supporti del Karl procede come da istruzioni. Durante questa fase è necessario eliminare i segni degli estrattori su alcuni dei pezzi. Per eseguire tale operazione è stato usato lo stucco Tamiya diluito con acetone. Per facilitare le operazioni di verniciatura, conviene non montare la parte superiore del supporto. Morser KarlIl Morser Karl si monta da scatola con poche difficoltà. Avendo deciso di realizzare il Karl in configurazione da trasporto, si è proceduto ad analizzare le caratteristiche di tale configurazione:
Assemblaggio dei Componenti PrincipaliI componenti principali del modello (vagoni ferroviari, supporti, Karl) dovranno essere tenuti separati fino al completamento delle operazioni di verniciatura ed invecchiamento. Particolare attenzione e cautela deve essere prestata durante il montaggio degli 8 perni che permettono di “sospendere” il Morser Karl. Verniciatura ed Invecchiamento/UsuraUn modello di queste dimensioni rischia di essere molto monotono se non si creano variazioni cromatiche tra i suoi maggiori componenti. Nel caso specifico, ho ritenuto che l'insieme costituito dai due vagoni e quello costituito dal Karl dovessero essere verniciati seguendo criteri diversi; ciò può essere giustificato dalla diversa vita operativa cui erano soggetti. Altri spunti per creare variazioni cromatiche sono stati:
Telone ProtettivoIl telone è stato realizzato utilizzando un comune fazzolettino di carta. Dopo aver provveduto all'eliminazione dei bordi (che presentavano una trama), si è proceduto alla selezione di due dei quattro strati che componevano il fazzolettino. Questa operazione renderà più semplice l'adattamento al modello e la riproduzione naturale delle pieghe. L'applicazione del telone è avvenuta poggiandolo sul modello quando ancora era asciutto e procedendo a bagnarlo con colla vinilica diluita. Questa operazione deve essere compiuta partendo dalle parti alte e procedendo verso il basso, cercando di riprodurre le pieghe e l'effetto peso del telone. In questa fase, è anche importante mettere in risalto alcuni particolari del Karl che risulteranno nascosti ma che continuano a giocare un ruolo, lasciando immaginare ciò che è stato coperto. Dopo la completa asciugatura della colla vinilica, il telone è stato dipinto con una mano abbondante di Field Grey (acrilico Tamiya) scurito con Flat Black. Questa mano costituirà il livello delle ombre a pitturazione ultimata. Il completamento della colorazione è consistito delle seguenti tre fasi:
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AmbientazioneBaseLa base per la sistemazione del binario misura 80 cm ´ 20 cm ed e’ stata trattata con impregnante color mogano. BinarioHo preferito sostituire il binario fornito dalla Trumpeter con quello prodotto dalla Ironside. Le traversine sono state direttamente incollate sulla base con colla cianoacrilica. Le rotaie sono state dipinte utilizzando un mix di flat black (acrilico Tamiya #XF-1) e di flat brown (acrilico Tamiya #XF-10). Inoltre, è stata passata della grafite sulla parte superiore. Le traversine hanno ricevuto una mano di fondo di grigio scuro acrilico ed un lavaggio con un mix (diluito al 90%) di colori ad olio Mars black e burnt umber. Infine, le trame del legno sono state messe in evidenza con un drybrush molto leggero con il bianco ad olio. Colonna IdricaLa colonna idrica e’ un accessorio per diorami ferroviari prodotto dalla ditta spagnola Baluard. Il kit, che consta di pezzi in resina e metallo, si monta senza particolari problemi. La colonna idrica e’ stata incollata prima della posa della massicciata e del terreno ed è stata dipinta ad aerografo con il flat black acrilico. Successivamente, ha subito vari drybrush che hanno messo in evidenza spigoli e bullonature. La base in cemento è stata ulteriormente schiarita anche per mezzo di drybrush effettuati con smalti Humbrol. Il pozzetto è stato riempito con acqua (Prochima) ed è stato riprodotto anche qualche schizzo intorno alla grata. MassicciataLa massicciata è stata realizzata utilizzando il pietrisco della Noch (#09204), che assicura un effetto molto più realistico rispetto alla massicciata in plastica della Trumpeter (i cui tratti devono anche essere attentamente raccordati per nascondere le giunture). Il pietrisco e’ stato posato ‘a secco’ tra le traversine ed ai lati del binario ed e’ stato successivamente fissato colando, con un contagocce, colla vinilica diluita con acqua. La distribuzione del pietrisco ai lati del binario e’ volutamente irregolare. Ad asciugatura avvenuta, e’ stata passata a pennello una mano abbondante di vernice opaca. I sassolini della Noch non necessitano di verniciatura. Ci si è limitati ad un lavaggio con Mars black ad olio e ad un drybrush con bianco ad olio. TerrenoLa posa del terreno e’ avvenuta seguendo il procedimento inverso. Procedendo per zone di una decina di centrimetri alla volta, e’ stata stesa a pennello la colla vinilica diluita; il terreno e’ stato fatto cadere sulla colla, partendo da quello a grana piu’ grossa, per finire con quello piu’ sottile. L’operazione deve terminare dopo il completo assorbimento della colla da parte del terriccio. Questo modo di procedere permette di creare le necessarie irregolarita’ e permette di posizionare i sassi piu’ grossi in maniera realistica. La colorazione del terreno procede con un lavaggio con colori ad olio e con un drybrush con varie tonalità di smalti Humbrol. Vegetazione e StaccionataL'ambientazione è stata completata con la vegetazione (tutta realizzata con materiale di provenienza naturale) e con una staccionata. La staccionata è stata realizzata con legno appartenuto ad una vecchia cassetta della frutta e rinvenuto in campagna. I chiodi e le relative colature di ruggine sono stati riprodotti con punte di colore ad olio stirate verso il basso dopo qualche minuto. |
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