Modifiche a due kit della Stazione di S. Colombano

Quando ho cominciato a dedicarmi in modo concreto al modellismo ferroviario (all'incirca venticinque anni fa) ed in particolare alle auto-costruzioni avevo alle spalle una lunga esperienza nella realizzazione di plastici di architettura, maturata sui banchi dell'università e nei primi anni di libera professione. All'epoca, in mancanza di tecnologie accessibili per la elaborazione di rendering e simulazioni al computer, lo studio del progetto e la presentazione dei lavori alla committenza veniva fatta utilizzando il modello come forma privilegiata di rappresentazione. Il livello di soddisfazione del cliente era direttamente proporzionale all'efficacia di questa particolare forma di comunicazione privilegiata ed alcuni esempi concreti li potete vedere proprio nelle sezioni architecture e virtual reality di questo sito.

Ma, mentre nella rappresentazione modellistica del progetto architettonico, lavorando su prototipi, ogni particolare veniva interamente realizzato ex novo, nel modellismo ferroviario avevo pensato di potermi affidare in qualche modo a qualche prodotto di serie, cosa che nel finire degli anni ottanta, come molti appassionati possono certamente ricordare, era assai difficile poter fare se si voleva ottenere una ambientazione italiana ai nostri plastici.

Così, prima di addentrarmi nelle realizzazioni interamente auto-costruite, ho cominciato a studiare la possibilità di recuperare nella produzione di serie alcuni spunti per ottenere dei fabbricati in stile italiano con un buon livello di rifinitura.

La tecnica del "kitbasching", oggi  molto nota, è direttamente collegata all'attitudine diffusa nei modellisti di personalizzare i kit di serie ottenendo risultati spesso assai apprezzabili. In campo architettonico l'importante è ricondurre sempre il modello al prototipo reale se si desidera che il risultato sia oggettivamente accettabile e si vogliono evitare clamorosi errori stilistici.

Le due realizzazioni che descrivo in questa sezione sono ottenute partendo dallo stesso kit di serie. La stazione di S. Colombano (Art. 1180 nel catalogo Faller del 1989) presentata da Gieffecì in occasione dei 150 delle Ferrovie dello Stato, credo sia stato un dei kit più utilizzati dai modellisti in cerca di qualcosa di apparentemente italiano da inserire nel proprio plastico. Il modello effettivamente può essere facilmente ricondotto alle architetture ferroviarie nazionali a patto lo si abbia ovviamente a disposizione (è da tempo infatti fuori catalogo) e che siano apportati alcuni interventi di miglioramento che intendo qui suggerire.

Nel mio caso, più che di kitbasching che letteralmente indica il disassemblaggio e il rimontaggio di un kit, si può parlare più correttamente di modifica con aggiunte al modello originale.

In entrambe le realizzazioni (eseguite a distanza di diciotto anni una dall'altra) il problema iniziale è stato principalmente quello di ovviare alla totale assenza nel kit originale sia del secondo corpo di fabbrica che di qualsiasi fabbricato accessorio necessario al funzionamento della nostra stazione. Come vedrete dalle immagini, nel caso della stazione di S. Elena Terme il fabbricato principale è stato corredato da due piccoli accessori (i servizi igienici e un posto manutenzione), mentre per la stazione di Vignano il secondo corpo di fabbrica è stato clonato dall'originale simulando un intervento di ristrutturazione con cantiere aperto. In entrambe le realizzazioni inoltre l'inserimento di una pensilina databile, per tipologia ed uso dei materiali, agli anni trenta del secolo scorso, mi ha consentito di avvicinare meglio il modello al prototipo reale ed alle tipologie in uso all'epoca nelle Ferrovie dello Stato.

Assolutamente necessario è stato il reperimento di immagini per ottenere tutti i suggerimenti utili per una buona realizzazione delle parti e delle finiture da aggiungere al kit originale.

Osservando la foto  della stazione di Chiavenna, ripresa  alla fine degli anni ottanta si  possono notare le notevoli affinità del fabbricato e dei suoi particolari  architettonici con il modello offerto dalla Faller,  sicuramente  ispirato  alle architetture ferroviarie del nord Italia ed in particolare a quelle dell'area lombarda.

 

 

Stazione di Chiavenna (Foto di G. Putignano da "Mondo Ferroviario" n. 108 Giugno 1995)

Stazione di S. Elena Terme 1995

 

 

 

 

 

 

 

Il fabbricato viaggiatori

La pensilina

 

Stazione di Chiavenna con la tettoia ed il fabbricato w.c. (Foto di G. Putignano da "Mondo Ferroviario" n. 108 Giugno 1995)

 

I servizi igienici

Il posto manutenzione

 

Stazione di Vignano 2008

Il fabbricato viaggiatori

Il secondo corpo di fabbrica

 

 

 

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