Iolanda di Savoia è un nome di fantasia. La vera Jolanda di Savoia è una piccola località in provincia di Ferrara che deve il nome alla intraprendenza di Vittorio Emanuele III° Re d'Italia che nel 1911, durante una visita alla località "Le Venezie" (antico nome del luogo), decise di dedicarla alla figlia Jolanda appena nata. A Jolanda di Savoia il treno non è mai passato e quindi sulle sue terre non si sono mai viste correre le nostre amate loco a vapore. La Iolanda di Savoia del mio plastico (nome ispiratomi da quello di mia moglie) è invece dotata di una stazione e di un ricco parco locomotive che vengono ricoverate ed accudite in un deposito adeguato. Il tema del deposito locomotive è molto amato dai modellisti legati alla storia del vapore, ma non sempre di facile soluzione modellistica. La trasformazione del materiale di ambientazione tedesca, come sempre molto ricco per queste ambientazioni, può essere fatta a patto che si accettino alcuni compromessi e si tolleri la presenza di accessori non propriamente italiani. I risultati possono comunque essere interessanti se si dedica la giusta attenzione ai particolari e si garantisca un funzionamento impeccabile che può dare notevoli soddisfazioni in fase di esercizio. La piattaforma girevole, che i modellisti conosceranno, è di produzione Fleishmann, alla quale nel tempo si sono affiancate altre produzioni (Roco ed artigianali come la MFAL) più vicine al tema italiano, come pure la rimessa locomotive a tre campate. L'altra rimessa, a due campate, è della Pola (art. 1020) ed il fabbricato di servizio è della MKD (art. 604). Questi articoli sono oramai di difficile reperimento o addirittura fuori produzione, fatta eccezione per i Fleishmann che sono ancora in catalogo. La torre idrica e la lampisteria sono della Jouef (art. 103500), ora in catalogo Hornby-Lima, ed anche se palesemente fuori scala garantiscono un buona ambientazione specialmente con le loco 1:80 della Rivarossi. Non dimentichiamoci infatti che un buon effetto scenografico sui plastici si ottiene anche e specialmente con le scale generose. Gli altri accessori sono di produzione Volmerr e Faller, affiancati ad altri particolari ricavati dalle famose lastrine fotoincise di Luzzietti (MFAL). I terminali i serbatoi ed i depositi per il carbone sono autocostruiti. Anche se non amo particolarmente l'invecchiatura devo dire che il deposito non può non avere una diffusa patina di fuliggine ottenuta con l'uso dell'aerografo e dei colori acrilici.
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